Giorno 1
La sveglia suona presto, alle 8 sono già fuori dal B&B, diluvia ma questo non mi ferma per andare a Dechatlon a comprare cose che mi sono dimenticato, come le bombole del gas per il fornellino e i bastoncini da trekking. Il problema è che il negozio sportivo è lontano 10km dal centro, dove partirà l’autobus per Santa Teresa di Gallura. È durato più questo viaggio che la tratta in aereo di ieri. Dopo appena 2 ore raggiungo il paese più a nord della Sardegna, situato nella provincia di Sassari. Meta turistica per le vacanze estive, grazie alle sue splendide spiagge dalle quali si vedono le prime coste della Corsica, separate dalle Bocche di Bonifacio, una striscia di mare lunga soli 11km.
Proprio da qua inizia il cammino, in realtà a 4km di distanza dal centro paese sarebbe il cartello della partenza, nel piazzale della Chiesa della Madonna del Buoncammino, ma visto che ci si sposta a piedi lo iniziamo fin da subito. Iniziamo a camminare allora, si, ma in direzione supermercato, alla ricerca di cibo e acqua per questi primi giorni di cammino.
Appena usciti dal negozio imbocchiamo la strada che nel giro dimeno di un ora ci porta alla partenza ufficiale.
Da questo punto la fine della prima tappa dista solo 9 km, sono le 15, spero di arrivare con la luce a Saltrà (fine-tappa Sentiero Italia). Saltarà rimarrà per sempre impresso nel mio cuore, perché i proprietari dell’agriturismo mi hanno ospitato come se fossi un loro figlio. Che fantastiche persone!!!
Giorno 2
Tappa da Saltarà a Luogosanto Lunghezza 27km Durata 6 ore Tappa abbastanza lunga ma senza gradi problemi che ci porta nelle colline della Gallura. Il percorso si snoda tra le prime terre selvaggie sarde, dove fanno da padrone le colline/montagnette granitiche. Dopo aver sorpassato una miriade di massoni e ponticelli si arriva a Campotondo, piccolissima borgata caratterizzata da una chiesa e dalla casa della signora Anna, una dolcissima casara che appena mi ha visto camminare mi ha subito invitato nel suo caseificio, regalandomi non solo dell’acqua ma anche una caciotta. Abbandonato il borghetto e la signora Anna, si cammina fino a Luogosanto, un paese di poco più di 2mila abitanti ma con 21 chiese, (nel mio paese siamo fortunati ad averne 2). Meta di pellegrinaggio per i fedeli, grazie alla tomba di san Nicola. Qua trovo ospitalità presso la casa di Silvia una ragazza che sta costruendo con mano sue un intero eco-villaggio nei boschi della Gallura, una ragazza d’oro che di sicuro tornerò a trovare.
Giorno 3
Tappa da Luogosanto a Sant’Antonio di Gallura. Questa tappa ha due possibilità, o si passa sulle colline della Gallura o si percorre una stradina di campagna lungo tutti dei uliveti secolari, non secolari ma millenari!!! Io ovviamente ho scelto la strada che porta all’uliveto per poi arrivare al grande e maestoso lago di Liscia, una bacino generato da una diga, ovviamente con la mia solita fortuna la strada arriva alla grande chiusa, con divieti di passaggio scritti in ogni lingua, le alternative era due o tornavo indietro per 18 km e perdevo la giornata oppure scavalcavo i cancelli per fare solo 1.5km per arrivare alla fine della tappa, forse per pigrizia o forse perché faccio Testoni di cognome, mi viene naturale passare dalla diga, come l’ho fatto ve lo faccio immaginare!! Superato l’ostacolo, la strada era una e tutta dritta fino all’abitato di Sant’Antonio di Gallura, paese che al mercoledì non ha niente di aperto, tranne il bar della signora Gigliola, che gentilmente mi ha dato anche un letto per la notte. Una signora dal cuore d’oro, non è che in Sardegna sono tutti così? Per ora la loro disponibilità e gentilezza è veramente INCREDIBILE.
Giorno 4
Da Sant’Antonio di Gallura a Calangianus Prima tappa con qualche dislivello che inizialmente parte tutta in salita lungo stradine sterrate e dopo prosegue su asfalto per poi finire su sentieri. Sentieri che io non ho calpestato a causa di una svista, e già non mi sono accorto del cartello cai che svoltava verso il bosco, in realtà ho capito che avevo sbagliato “solo” 6km dopo, ormai troppo tardi per tornare indietro. Peccato, perché facendo ciò mi sono allungato la tappa di qualche chilometro e non mi sono goduto le vedute dalle prime cime. La prossima volta starò più attento, ma con questi paesaggi una svista è consentita. Dopo tutto questo asfalto arrivo al paese di Calangianus, famoso in tutto il mondo per la produzione del sughero. I 2/3 dei tappi italiani proviene proprio da questo paese. Un Lavoro antico che tuttora fanno nel modo tradizionale, la raccolta della corteccia avviene ancora a mano, ogni 12 anni. In questo paese vengo subito attirato da un cartello “tomba dei giganti”, inizio a seguire i cartelli e vengo fermato da Marcello, simpatico vecchietto con 5 denti che mi inizia a raccontare tutto sul sughero e sul grande incendio che devastò la zona anni prima, i sui occhi lucidi trasmettevano un attaccamento a questa terra incredibile. Alla Tomba dei Giganti non ci andai, a causa del torrente che era straripato dalla grande quantità di neve caduta i giorni prima. Evento che non accadeva da 20 anni, la mia solita fortuna!!!! Questa notte è la prima dove decido di prendere una camera in un B&B perché la voglia di una doccia era moooolto forte.
Giorno 5
Da Calangianus a Monti
Prima vera tappa con dislivelli importanti. Si parte per il monte Limbara, la montagna più alta della Gallura che con i suoi 1134m rappresenta una delle più alte cime della Sardegna, e noi che facciamo, non ci andiamo?? Mentre sto scrivendo vorrei dire al Michele del passato di non salire sulla montagna ma di fare il percorso più a valle. Peccato che in tutte le decisioni c’è il 50% di errore, e che errore che ho fatto. L’inizio del percorso non dava grandi preoccupazioni, Sentiero in mezzo al bosco con qualche pozza ghiacciata; dopo un paio di chilometri inizia a spuntare le prime chiazze di neve, che diventa un vero e proprio prato qualche chilometro dopo. Che bella la neve, quanto è rilassante, ma non stavo pensando che ero solo a 800m di altezza e me mancavano ancora 300. In questo ultimo tratto di salita, la neve da candito prato di pochi centimetri divenne un muro che inizialmente arrivava agli stinchi ma in cima sfiorava le ginocchia. La prima ora sulla neve è stata divertente e non mi sono fermato solo al camminare!! Arrivato in cima completamente bagnato dalla testa ai piedi,( iniziò anche a nevicare) la gioia si trasformò in incubo, ogni passo che facevo in discesa era una sofferenza, una fatica mai provata prima. Appena finì la neve, ( diciamo 6km dopo) mi trovai a camminare su pascoli destinati a greggi di pecore, che mi accompagnano fino all’asfalto. Ora tutta dritta fino a Monti, dove decido di prendere una camera per poter asciugare tutto. Tappa di quasi 30 chilometri, che mi ha davvero messo in difficoltà. Ora doccia calda e letto subito.
Giorno 6
Da Monti a Alà dei Sardi.
Iniziano i primi problemi dati dalle grandi nevicate, questa tratta è divisa in due tappe tutte in mezzo ai boschi galluresi, infatti il torrente che è lo spartiacque dei due giorni non è attraverabile, talmente pericoloso che qualche giorni fa un signore è stato portato via con tutta la macchina, rimanendo incastrato tra le lamiere e gli alberi. Tutto il paese era in lutto, un pastore di 70 anni. Per non evitare di fare la stessa fine ho deciso di fare asfalto e unire le due tappe; 31 km di strada in salita, in mezzo a pascoli e sugherete, chiesette di campagna e cani da pascolo. Una tappa diversa dal solito ma ricca, lo stesso, di belle vedute sulle colline e sui monti innevati. Dopo quasi 9 ore di sole (almeno si sono finiti di asciugare gli scarponi) arrivo a Alà dei Sardi, un piccolo centro della montagna, spartiacque tra la provincia di Sassari e quella di Nuoro, tra la Gallura e la Barbagia; terra famosa per briganti!! Classico paese delle terre alte, dove tutti si conoscono e non ci sono strutture ricettive, perché i turisti non sanno cosa sono. La mia fortuna è girare con uno zaino più grande di me, il quale attira attenzione, infatti ad ogni 10 metri qualcuno mi fermava per offrirmi un caffè (ne avrò presi almeno 6, non si può rifiutare, è maleducazione) o anche il pranzo. Andò avanti così fino alle 17, quando decisi di cercare un posto per poter mettere la tenda. Lo trovo vicino a una chiesa, inizio a montarla, ma si accosta una macchina e un signore inizia a farmi le classiche domande di rito, (cosa fai, da dove vieni, dove stai andando ecc…)finito l’interrogatorio mi dice di smontare la tenda perché vuole invitarmi a casa sua. Che cosa pazzesca!!!! Scesi dall’auto mi apre una porta e mi ritrovo dentro a una taverna con cucina, divano e camino già acceso, e mi dice:”questa sarà la ta camera per la notte”, io avevo un sorriso a 32 denti, non riuscivo a dire più di GRAZIE dalla felicità. Le sorprese non finiscono qua,oltre al letto e al caldo mi porta anche cose per la cena, formaggi, pane, frutta; il paradiso!!!! Passo una notte da re. Il mattino dopo, apro la porta e tutto è ghiacciato, le temperature alla notte sono arrivate a -8 (menomale che non ho dormito in tenda).
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