da Cave del Predil a Valbruna.
Sveglia sul tardino visto che l’unico alimentari apre alle 8, usciamo dalla casetta verso le 7.30, prepariamo gli zaini e ci dirigiamo verso il paese, entriamo nel piccolo negozio e prendiamo il necessario per la giornata di oggi ed eventuale pranzo per domani, la titolare ci dice che in paese non ci sono fontane quindi si offre lei di riempirci le borracce. Andiamo a recuperare gli zaini e ci ritorniamo di acqua.
La tappa di oggi è un sali e scendi ripido e ripetuto varie volte, la prima salita è di 400m di dislivello positvo e in un ora la finiamo, iniziamo la discesa, il terreno è uno schifo, tutto pantano, dato dalla presenza di un fiumiciattolo nato proprio lungo il Sentiero, ci mettiamo quasi 2 ore per scendere dalla montagna.
Alla base troviamo una specie di oasi, una meravigliosa casetta, con fontana e bagno all’esterno, fa da centro ad un anfiteatro di monti spettacolare, le Alpi Giulie, in particolare il massiccio del Jof Fuart e del Jof di Montasio, tutte ancora con neve lungo i canalone e in cima.
Rimaniamo affascinati da questo paradiso e decidiamo di restare a pranzo proprio sotto al porticato della casetta. Però solo il pranzo non basta, restiamo anche un oretta per rilassarci e goderci appieno delle meraviglie della valle Rio Freddo.
Il tempo vola quando ti tilassi, e in un batter d’occhio sono già le 14, ci carichiamo gli zaini e partiamo per la prossima salita, questa volta è molto più lunga e con molto più dislivello, siamo quasi a 800m di positivo.
Il percorso è quasi tutto su strada forestale, qualche tornante, poco fango e moltissimi alberi, che non ci danno tregua nemmeno dopo 2 ore, quando arriviamo ad una sella, dove prendiamo un sentierino in discesa, mezzo rovinato dall’acqua ma abbastanza percorribile.
La discesa, però, non è l’ultimo tratto della giornata, magari. Riscendiamo di altri 300m (sempre di dislivello) e arriviamo in una radura, posta a 1300m slm, dove troviamo un cartello, che dice:” Rifugio Pellarini 35 minuti”, seguiamo le indicazioni ed effettivamente in poco più di mezz’ora arriviamo al rifugio, dopo una salita di un ripido, ma di un ripido che in cima ci tremavano le gambe. Pre nostra fortuna il rifugio era aperto, ci sediamo prendiamo 2 succhi di mela, un dolcetto e iniziamo a scambiare quattro chiacchiere con il gestore, incuriosito dalla mole dei nostri zaini.
Dopo aver ottenuto l’ammirazione di Giorgio ci rimettiamo in viaggio, ci aspettano gli ultimi 9 km di discesa, interminabili, verso il paese di Valbruna.
A 2 km dalle prime case notiamo un bellissimo campo adatto alle nostre tende, non ci pensiamo 2 volte e ci fermiamo per montare le nostre casette. Un panino per cena e via sotto al sacco a pelo.











