Da Arabba a Colfosco.
Fa strano partire senza Oscar, chissà dove sarà già adesso. Comunque, prendo lo zaino e via, si riparte, si inizia una nuova regione, il Trentino Alto Adige. Per prima cosa bisogna tornare in quota, e cosa c’è di meglio che una salita di 4km con 1000m di dislivello., ma credo che in questa regione sarà tutto così, grandi salite a cui seguiranno grandi discese. Testa bassa e salire, primo obbiettivo il rifugio Kostner, la salita è resa complicata non solo dal dislivello, ma anche da una nebbia che non ti permette di vedere oltre i 2 metri, mi sembra di essere in ottobre nelle campagne modenesi. Per non farci mancare niente dopo la nebbia inizia a piovere intensamente, non la cosa migliore se si cammina su rocce. Tutto bagnato arrivo al rifugio mangio qualcosina e provo ad aspettare che il tempo migliori. Visto che sono entrato nel gruppo del Sella, sarebbe brutto non andare sul Piz Boè, che con I suoi 3152 è il punto più alto di tutto il gruppo. Il problema è che non me la sento di salirlo sotto l’acqua, quindi aspetto, aspetto e ancora aspetto. Si sono fatte le 15, per andare su e scendere fino al paese ci vorranno almeno 6 ore, ci potrebbe stare se non piovesse, e già continua a scendere acqua dal cielo, non vuole diminuire intensità. Così con l’amaro in bocca scendo a valle, al paese di Colfosco in Val Badia. La discesa è tranquilla e si viaggia bene, in sole 2 ore e mezza arrivo alle prime case, indovinate…. piove ancora, mi riparo in un piccolo alimentare, colgo l’occasione per fare un po di spesa per i giorni futuri. Verso le 19 spunta fuori un sole bellissimo, e come una marmotta esco dal mio riparo e vado alla ricerca di un posto dove poter mettere la tenda. Mi guardo intorno e non vedo altro che case e pendii con il bestiame, sono costretto a salire leggermente, nemmeno un chilometro, e arrivo alla stazione di una cabinovia con un bel prato tagliato e con un tavolo da pic nic, non faccio intempo a sedermi sulla pancha che riprende a piovere, non come prima, ma molto più forte. Mi riparo sotto la tettoia della stazione e aspetto, oggi sarà il giorno della attese. Si fanno le 21, non vuole smettere di piovere, prendo la decisione di accamparmi sotto la tettoia, prendo il materassino lo gonfio e metto sopra il sacco a pelo, emi metto a dormire come un sasso. Speriamo che non venga nessuno questa notte.