Dal bivacco Zanuso al rifugio Pelizzo.
Sono già passati sette giorni dal mio arrivo a Lazzaretto (Trieste), una settimana!!!
Ancora non ci credo, è volata via velocissima, tra paesaggi mozzafiato e incontri incredibili, in primis quello con Oscar, trovare un ragazzo che sta percorrendo il Sentiero Italia nel tuo stesso periodo è una gioia, poi quelli dei ragazzi del rifugio Premuda, il signor Mario che gentilmente mi ha rifornito d’acqua il secondo giorno, e così via.
Ma ritorniamo alla tappa di oggi, usciamo da bivacco, ci inerpichiamo su un monticello per vedere il panorama, ma un muro di alberi ci copre la visuale dalla cima, decidiamo di scendere e proseguire lungo il Sentiero, dopo qualche metro di asfalto ci immergiamo nella vegetazione più fitta che io abbia mai visto, mi sa che questo sentiero non è molto praticato, l’unica certezza erano i segni biaco-rossi sugli alberi. L’erba che arrivava al ginocchio, i sassi nascosti bagnati dalla condensa ci hanno messo in grande difficoltà, mi sono promesso che appena finita la tappa comunico alla sezione di competenza che un sentiero in quelle condizioni è uno scempio, promessa mantenuta!!!!!<
300m di dislivello in poco più di un chilometro, ci permettono di arrivare a una forcella, dalla quale scende a valle il Sentiero per Polava, almeno in questo ammasso di case c’è sia una fontana che un piccolo monastero buddista, una vera e propria sorpresa.
Dopo esserci dissetati prendiamo la strada asfaltata che in 10 minuti ci porta al paese di Cepletischis ( ci ho messo almeno 6 ore per impararlo, il Friulano è davvero difficile), sono le 12 iniziamo ad avere un buco nella pancia, tramite le mappe notiamo che a distanza di un chilometro si trova un bar/trattoria, abbandoniamo gli zaini vicino alla chiesa e ci avviamo, è una gioia per la schiena stare senza la propria casa.
Il bar è uno dei posti più belli che abbia mai visto, sembra un rifugio di montagna, tutto in sasso con le sedute all’esterno in legno.
Ci sediamo ordiniamo un primo a testa e un dolcetto, tutto eccezionale, davvero buonissimo, e con la pancia piena ci dirigiamo a riprendere gli zaini.
Adesso chi ha la forza per proseguire?? 8km ci separano alla fine della tappa, tutti in salita, e che salita!!
Nel girno di 2ore arriviamo a 1458m, il punto più alto da quando sono partito da Lazzaretto, da qua prendiamo la deviazione per il rifugio Pelizzo che dopo circa mezz’ora ci si manifesta davanti.
Questo grazioso rifugio, gestito dal Cai Natisone è alle pendici del monte Matajur, storica sommità dalla quale nel VI secolo il re Alboine mosse l’invasione longobarda.
La leggenda narra che, egli, salì sul monte per controllare tutta la pianura friulana, prima della grande invasione.
Un altro fatto storico importante fù, durante la prima guerra mondiale, l’avanzata delle forze tedesco/austriache, guidate dal giovane generale Rommel (la volpe del deserto nella seconda guerra mondiale) tale ascesa del monte portò in pochissimo tempo alla disfatta più grande per l’esercito italiano, Caporetto.
Finita la lezione di storia, ora è tempo di cena, un piattino di carne e via a montare le tende.
Buona notte