TAPPA 9


Da Prossenicco al rifugio ANA Montemaggiore

Sveglia umida, non piove, ma grosse nuvole nere non ci danno altra previsione, smontiamo le tenda in fretta e furia e ci rechiamo al bar dell’agriturismo per poter fare scorta di panini per tre pasti, una parola tira l’altra e in un batter d’occhio si sono già fatte le 9.00, ci infiliamo gli zaini e via verso la nostra tappa, non facciamo intempo a mettere un piede in strada che rientriamo nel bar, diluvia, ci mettiamo le mantelle, adesso si che si può iniziare a camminare.
La fortuna di questa prima parte di tappa è la presenza di una strada forestale, quindi larga, senza terra, senza erba, senza radici, un piacere poterci camminare con la pioggia; ma la pacchia finisce appena termina la salita, ci troviamo a un bivio, a desta la bella strada sterrata, a sinistra una specie di sentiero che scende dritto verso la valle, secondo voi quale sarà il nostro?? E già proprio quello di sinistra, nemmeno fatti 3 metri e faccio una caduta da manuale, scivolo su un misto di terra e foglie bagnate, mi rialzo e i pantaloni hanno cambiato colore, pazienza si laveranno appena ci sarà occasione.<br>Continuamo la discesa e arriviamo a guadare un fiume (ormai io sono un esperto data la mia esperienza in Sardegna e in Sicilia), lo passiamo con grande facilità e ci si manifesta davanti l’ultima salita verso la prima tappa della giornata, 300m di dislivello positvo🔝 in 600 metri di sentiero. Ripidissima e molto bagnata (piove ancora). Con qualche scivolata, ma non caduta, arriviamo a Montemaggiore, paesello con 6 anime, dove è presente un bar trattoria, cosa fai non ne approfitti un mangiare e bere qualcosina? La ragazza super curiosa dei nostri zaini non ci lasciava andare via, abbiamo chiacchierato almeno per un ora abbondante, ma la strada è ancora lunga per la fine della tappa, quindi con la pancia piena e con una nuova amica ci siamo incamminati verso nord, cosa c’è sempre a nord? Saliteeee!!! Qua per fortuna solo una, lunga e ripidissima, Montemaggiore è a quota 800m e noi dobbiamo arrivare a 1600m, bè solo 800m di dislivello cosa sarà mai, infatti, ma se ci si mette 2.2km fidatevi è molto ripida.
Ha appena smesso di piovere quindi l’umidità è alle stelle nel sotto bosco, tutti bagnati di sudore iniziamo, passo dopo passo la tortuosa salita. La prima parte è nella vegetazione più fitta, ma man mano che si saliva gli alberi facevano spazio a incredibili visuali sui monte circostanti e su un gruppetto di camosci.
La tortura per fortuna finisce in “sole” 3 ore, ora ci aspetta la parte divertente, dei sali e scendi lungo la cresta che portano fino alla cima più alta della zona, il monte Lausciovizza 1620msl.
A causa delle nubi fitte salite in poco tempo (sembrava di essere sull’Appennino modenese), la visuale non era delle migliori, peccato!!!
Salutata la cima ci aspetta solo un altro chilometro per arrivare alla nostra meta, un sentiero tutto bello battuto ci riporta a 1458msl dove si trova un “rifugio”, lo metto tra virgolette perché ha, si, la struttura di un rifugio ma ora come ora è un bivacco enorme, con quasi 10 posti letto, cucina, stufa, il tutto su due piani. Un vero e proprio lusso!!!
Approfittiamo di questa struttura per far prendere aria alle nostre tende e alle mantelle ancora umide dalla pioggia grazie alla presenza di una stanza con fili destinati all’apprendimento di cose.
Questa struttura è un insieme di stanze, a volte chiuse a chiave, vuote con il parquet se no piene di qualunque sporcizia.
Per fortuna lo stanzone dove si dorme non è messo così male come la cucina.
I posti letto non mancano, così ci prendiamo due brandine, ci sistemiamo per la notte, e ceniamo con i panini presi alla mattina. Sono solo le 21 ma gli occhi si chiudono, domani ci aspetta un altra bella tappa, con salite e discese.
Notte

Pubblicato da thefoodshiker

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